Cross culture Leggere insieme

Scoprire le culture attraverso i polizieschi

E’ spesso difficile descrivere una cultura e tantomeno comprenderla.
Ognuno vive nel proprio etnocentrismo, il più delle volte inconsapevole, e gli altri, soprattutto quelli che abitano lontano, sono per lo più solo immagini da guida turistica o caricature folk.

Un modo divertente, ma spesso non superficiale, è avvicinare altre culture attraverso la lettura di romanzi polizieschi che, nell’intreccio di storie appassionanti, raccontano mondi lontani, consentono sguardi su storie altrui e fanno intravedere valori e modi di pensare.

Già il nostro Montalbano, dalla penna di Camilleri, descrive al mondo una Sicilia, e un’Italia, spesso in affanno, dove il valore del bene comune cede sotto i colpi dell’individualismo interessato. Uno sguardo spesso triste e disincantato su un paese ancora alla ricerca di uno sviluppo non solo economico, ma morale.

Più lontano la proprietaria della No 1 Ladies’ Detective Agency, che fa conoscere al mondo il Botswana, un paese bellissimo e poco popolato, probabilmente ignoto ai più, dove le avventure si dipanano tra il deserto e la città di Gabarone. Il tratto leggero della signora Ramotswe, creata da McCall Smith, è quello di una donna saggia che conosce le intemperie della vita e che persegue i suoi obiettivi con caparbietà. La sua calma, ma anche la sua determinazione, ne fanno un modello per le giovani donne alla ricerca di un ruolo in una società ancora molto maschile.

Sul fronte cinese è Qiu Xiaolong a raccontarci le avventure dell’ispettore Chen Cao, poeta per attitudine e detective per necessità. Sullo sfondo una meravigliosa Shanghai dei primi anni dello sviluppo economico, tra anziani che non si capacitano del cambiamento e giovani sfrontati che cercano un arricchimento veloce. Oltre al piacere del dipanarsi delle indagini, ci offre un quadro della Cina nella perfetta contraddizione del “socialismo di mercato”, con la difficoltà di gestione dei rapporti con il partito, di cui fa parte, ma tenendosi a debita distanza, e i nuovi ricchi che si credono impuniti, soprattutto quando si alleano con i detentori del potere politico.

Sonchai Jitpleecheep, dal nome quasi impronunciabile per noi, è un poliziotto buddista, che vive in una Thailandia sostenuta dal turismo occidentale in cui imperversano droga e prostituzione. Lui stesso figlio di una prostituta e di un militare americano reduce dal Vietnam, rappresenta una miscellanea culturale che offre molti spunti di riflessione. Mirabili sono gli scontri culturali con una poliziotta americana che segue insieme a lui un caso in “Bangkok Eight“, non ancora tradotto in italiano. L’autore è Jhon Burdett che ha vissuto in Asia per molti anni.

L’ultimo arrivato in libreria è Yeruldelgger, ispettore che vive nella ventosa Mongolia. Anche in questo caso l’autore, Jan Manook, francese, ci porta in un mondo inedito: tra una Ulan Bator, tipica capitale degradata e alla ricerca di una nuova identità tra presente e passato, e il mondo dei nomadi, delle yurte (tende tipiche con un buco al centro per far uscire il fumo e vedere il cielo), dei vestiti tradizionali, dei monaci capaci di quasi miracoli. Già dalle prime pagine si intuisce la complessità degli incontri/scontri culturali, quando il poliziotto viene chiamato in una zona remota per la scoperta di un cadavere. I nomadi che vivono lì nei pressi, appunto nella loro yurta, gli dicono che “non hanno toccato niente per non alterare la scena del crimine”. Il poliziotto chiede da dove arriva una frase simile e loro, tranquilli: “Da CSI Miami. Horatio, il capo, raccomanda sempre di non alterare la scena del crimine…”. “Yarulddelgger si alzò, con un movimento carico di fatica e di scoraggiamento, cercando con gli occhi la yurta alle spalle dei nomadi. Piegò la testa e di lato, dietro al nonno, scorse la larga antenna parabolica puntata verso il cielo immenso e innocente e, da qualche parte, invisibile, l’uccello metallico del malaugurio che rovesciava quelle scempiaggini persino nelle yurte del Khentij”.

Giudizio forse un po’ lapidario, ma che descrive come non esistano più confini tra tradizione e modernità, con il risultato di una fatica maggiore dei singoli a costruire identità che possano dirsi stabili.

Più vicino a noi, nella fredda Svezia, troviamo Kurt Wallander, della penna di Mankell. Interessante il suo modo di lavorare, tipicamente nordico. Mattina e pomeriggio una riunione con tutto il team. Nel modello orientale invece, l’investigatore si muove da solo, supportato solo da un vice che diventa quasi un fratello.

Il tratto comune di questi personaggi è la consuetudine con il lato oscuro delle persone, che li porta ad essere disincantati e quasi cinici. Tutti profondi conoscitori dell’animo umano, ne traggono lezioni spesso di impotenza e rassegnazione. Quasi nessuno ha una famiglia, alcuni sono reduci da divorzi o amori difficili da conciliare con un lavoro così coinvolgente e pericoloso.

Fa eccezione la signora Ratmoswe, che immaginiamo nei vestiti colorati della tradizione, l’unica con il marito meccanico, sposato in età non giovanissima, e con i due figli adottati. Lei attraversa i diversi casi e sembra superare la sfida della sfiducia, con un femminile senso del fare e un gran buon senso di altri tempi.

Autore

Cristina Bombelli

Fondatrice di Wise Growth, si è occupata di Diversity & Inclusion dagli anni ‘80.

È stata professoressa presso l’Università di Milano-Bicocca e per anni docente della Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi dove ha fondato il primo centro studi di ricerca sul tema. È stata visiting scholar presso l’Università di La Verne in California.
È pubblicista e autrice di numerosi articoli sui temi del comportamento organizzativo e della gestione delle diversità. È stata presidente della fondazione “La Pelucca” onlus, dedicata ad anziani e disabili. È certificata IAP di THT (Trompenaars Hampden – Turner) per la consapevolezza interculturale, executive coach con Newfield e assessor con Hogan.

Ha pubblicato numerosi libri tra i quali i più recenti: Alice in business land. Diventare leader rimanendo donne, 2009; Management plurale. Diversità individuali e strategie organizzative, 2010; Un manager nell’impero di mezzo, 2013; Generazioni in azienda, 2013; Amministrare con sapienza, la regola di San Benedetto e il management, 2017; La cultura del Rispetto. Oltre l’inclusione, 2021.

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti alla nostra newsletter

Inserendo la tua email acconsenti all’invio di newsletter sui nuovi articoli e sugli aggiornamenti relativi alle iniziative di Wise Growth