Donne

25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne: l’impegno degli Stati e delle società civili

Giornata contro la violenza sulle donne
Scritto da Ilaria Li Vigni

Il 25 novembre di ogni anno si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale dell’Onu, per porre l’attenzione su tale gravissimo fenomeno, in sensibile aumento nel mondo.

Più di cento Paesi sono ancora privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica e più del 35% di donne nel mondo è stata vittima, almeno una volta, di violenza fisica o sessuale da parte di uomini.

Numeri che parlano e che non possono che indurre ad una particolare attenzione verso questo dramma sociale, interclassista ed interculturale, che riguarda sia il nord che il sud del mondo.

La violenza, fisica e psicologica, in troppi casi ancora influisce negativamente sui risultati scolastici delle donne, sulle loro capacità di successo lavorativo e sulla vita pubblica, allontanando progressivamente le società dal conseguimento dell’obiettivo dell’uguaglianza di genere e danneggiando, conseguentemente, una crescita armonica sul piano sociale.

La matrice della violenza contro le donne può essere rintracciata ancor oggi nella disuguaglianza dei rapporti tra donne e uomini.

E la stessa Dichiarazione adottata dall’Assemblea Generale Onu parla di violenza contro le donne come di “uno dei meccanismi sociali cruciali per mezzo dei quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini“.

I casi di cronaca si susseguono, nelle ultime settimane, con cadenza inquietante anche in Italia. Un dato è chiaro, l’eliminazione di tale forma di violenza sembra essere ancora lontana.

Ancora oggi vi sono tante donne vittime di violenze fisiche, sessuali e psicologiche e, spesso, nella maggior parte dei casi gli abusi vengono vissuti all’interno delle mura di casa, in quanto i carnefici sono fidanzati, mariti, ex partner, parenti o conoscenti.

Secondo i più recenti dati Istat 2015, la violenza sulle donne, anche in Italia, è fenomeno ancora ampio e diffuso, presentando una situazione analoga a quella di molti paesi occidentali.

I dati allarmanti vedono il 31% di donne tra 16 e 70 anni vittime di violenze fisiche o sessuali e più del 90% non denuncia le violenze subite. Ancor più inquietante il dato sugli stupri, nel 70% dei casi effettuati dagli ex partner delle vittime o da quelli attuali.

La violenza, comunque, non è solo fisica ma anche psicologica, essendo il reato di atti persecutori in costante aumento (circa 3 milioni e mezzo di donne, nel mondo, hanno subito stalking da parte di sconosciuti o di ex partner).

Tali dati devono indurre a non abbassare mai il livello di guardia e a interrogarsi sulle possibili soluzioni o, quantomeno, le strategie d’azione.

Anzitutto, la questione culturale ed educativa.
Genitori e insegnanti devono educare i giovanissimi al rispetto del genere femminile, rispetto fisico e psicologico, necessario corollario di ogni crescita culturale.
Vanno bloccate sul nascere tendenze più o meno violente al sessismo, anche solo verbale, da riconoscersi come azioni gravi al pari della violenza fisica e, soprattutto, devono essere disconosciuti modelli che fanno della violenza e della sopraffazione la caratteristica prevalente del messaggio.
Inoltre, non devono essere tenute lontane ed emarginate persone che si intuiscono più vulnerabili e sole, soprattutto in contesti che possono favorire tale emarginazione, quali le grandi città.
Solitudine e disagio, infatti, espongono infatti esponenzialmente le donne a subire forme di violenza fisica e psicologica, dalle forme apparentemente più lievi ai drammatici casi di femminicidio.

E’ necessario tenere sempre alta la soglia di attenzione e monitorare il fenomeno, cercando di intervenire attivamente per quanto possibile e segnalando casi di sospetta violenza alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura.

Autore

Ilaria Li Vigni

Avvocata penalista, iscritta all’Ordine degli Avvocati di Milano e specializzata in diritto penale dell’economia, reati contro la Pubblica Amministrazione, contro la persona e la famiglia. Consigliere dell’Ordine regionale dei Giornalisti. Consulente legale Consolato USA a Milano. Si occupa di tematiche di genere nell’avvocatura, coordinando corsi di formazione in materia di diritto antidiscriminatorio e pari opportunità e leadership presso le Istituzioni Forensi e le Università. Giornalista pubblicista e autrice di saggi.

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