Diversity Equity Inclusion Innovazione

“LEONARDO”: crescere tra discipline, persone e innovazione

“LEONARDO”: crescere tra discipline, persone e innovazione

Intervista a Silvia Danna sul progetto di didattica innovativa del NECSTLab – Politecnico di Milano

Un percorso formativo che va oltre l’università tradizionale, mettendo al centro la persona prima ancora che la professionista o il professionista. È questa la visione del progetto “LEONARDO”, nato all’interno del NECSTLab, laboratorio di ricerca del Politecnico di Milano. Un’esperienza di ricerca e didattica innovativa che punta sulla multidisciplinarietà, sulla contaminazione tra saperi e sulla crescita personale, con un’attenzione particolare all’integrazione e all’innovazione sociale.

Ne parliamo con Silvia Danna, consulente Wise Growth, psicologa e psicoterapeuta, collaboratrice del progetto a partire dal 2018, che ci accompagna alla scoperta di questo spazio in cui ingegneria, benessere della persona e soft skills si incontrano, si intrecciano e si potenziano a vicenda.

Il progetto LEONARDO è in perfetta sintonia con “l’approccio Wise Growth” perchè sostiene la crescita e valorizza lo sviluppo a 360 gradi delle persone. Cosa lo rende così particolare rispetto ad altri percorsi accademici?

LEONARDO, prima chiamato NECSTCamp, nasce all’interno del NECSTLab, un laboratorio del Politecnico di Milano che si occupa di ricerca in computer science, sotto la guida del professor Marco Santambrogio. La sua visione è molto chiara: formare studentesse e studenti che siano non solo competenti a livello tecnico, ma capaci di leggere i contesti, lavorare in gruppo e affrontare in modo rapido e flessibile la complessità in cui si troveranno a vivere e lavorare. Per farlo, serve un approccio olistico che tenga insieme discipline diverse e dimensioni trasversali della persona.

Nel progetto, alla formazione accademica e tecnica si affiancano infatti attività apparentemente “laterali” ma in realtà molto importanti: mindfulness, public speaking, gestione dello stress e delle emozioni, educazione alimentare e attività sportive (come ad esempio il crossfit).

È un’esperienza che stimola corpo, mente e relazioni.

Un approccio così ampio richiede certamente una forte componente interdisciplinare. Quanto conta la diversity, in tutte le sue forme, in questo progetto?

È uno degli aspetti più interessanti. Il progetto coinvolge persone con background molto diversi: informatica, biomedicina, nutrizione, intelligenza artificiale, comunicazione, solo per citarne alcuni. Questo crea una vera e propria palestra di confronto, in cui ogni partecipante impara a decifrare linguaggi nuovi, a integrare competenze e punti di vista differenti.

In un mondo che si muove sempre più verso la complessità e l’interconnessione, la capacità di collaborare con chi ha una formazione diversa dalla propria diventa un vantaggio enorme.

“LEONARDO”: crescere tra discipline, persone e innovazioneLa diversity non è solo un “valore” da rispettare, è una leva di crescita individuale e collettiva. Chi entra a far parte del progetto accetta una sfida stimolante: lavorare in un contesto internazionale e dinamico, in cui è richiesta una grande apertura mentale.

Che tipo di sfide comporta lavorare in team così eterogenei?

Le sfide sono numerose. Quando si mettono insieme competenze diverse, emergono anche differenze di linguaggio, di aspettative, di approccio. Non sempre è facile capirsi. Serve pazienza, ascolto, apertura. Ma proprio queste difficoltà sono ciò che rende il percorso formativo davvero trasformativo e arricchente. Imparare a collaborare superando le barriere comunicative e culturali diventa un esercizio quotidiano di empatia e adattamento.

Il progetto ha anche una forte vocazione internazionale. Come si traduce questa apertura verso l’esterno?

Ogni semestre, studenti, studentesse e PhD hanno l’opportunità di presentare i propri lavori in contesti – conferenze, università, laboratori, aziende – anche internazionali (ad esempio negli Stati Uniti). Queste esperienze non sono solo una “vetrina” per i loro progetti di ricerca o imprenditoriali, ma anche un’occasione per entrare in dialogo con realtà molto diverse dalla nostra, portando a casa nuove idee, stimoli e collaborazioni. È un momento di grande crescita, anche da un punto di vista personale.

Quali sono le evoluzioni in cantiere per il futuro del progetto?

“LEONARDO”: crescere tra discipline, persone e innovazioneStiamo lavorando per allargare il team coinvolgendo progressivamente altre e altri docenti, con competenze e approcci differenti e raccordandoci con gli altri numerosi Servizi che Politecnico di Milano già mette a disposizione di tutte le persone iscritte. Questo ci permetterà di rispondere in modo sempre più puntuale agli interessi di ricerca degli studenti e delle studentesse, mantenendo vivo il dialogo tra discipline e promuovendo una didattica davvero personalizzata e innovativa. L’obiettivo è far sì che ogni persona possa sentirsi parte attiva del percorso, trovando nel progetto uno spazio dove far convergere le proprie curiosità e prospettive.

Autore

Redazione Diversity-Management.it

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