HRM Intelligenza Artificiale

Oltre i bias: il ruolo dell’AI nei processi HR

Oltre i bias: il ruolo dell'AI nei processi HR

Giovedì 19 giugno si è svolto il primo incontro 2025 di The Wise Place, il network di Wise Growth nato nel 2013 in cui le aziende possono confrontarsi e condividere best practices sulle tematiche DEI (Diversity, Equity & Inclusion).

Tema dell’evento è stato l’Intelligenza Artificiale (AI) e i suoi impatti nei processi HR. Argomenti complessi e attuali che rappresentano spunti di riflessione molto interessanti sia dal punto di vista organizzativo che individuale.

Ad aprire il webinar è stata Stefania Baucé, partner Wise Growth e responsabile del network The Wise Place, che ha posto l’accento sul valore di uno sguardo sistemico e collettivo su questi fenomeni ancora oggi in fase di costruzione culturale. Un’introduzione che ha dato il via a un dialogo sfaccettato, moderato da Alessandra Lazazzara (Senior Consultant & Scientific Advisor Wise Growth, Associate Professor University of Milan) con tre speaker provenienti da diverse realtà aziendali: Joelle Gallesi (Managing Director Hunters Group), Valentina Palazzo (CEO & Co-Founder Stakeshare) e Ilaria Franchin (Consulting HR Business Partner for Europe West Region EYQ).

Le panelist hanno offerto punti di vista multidisciplinari ma anche convergenti su un tema che non può più essere eluso: che ruolo gioca l’AI nella gestione delle persone? E, più nello specifico, in che modo l’inclusione può essere favorita grazie all’introduzione dell’AI nei processi HR?

AI e processi HR: tra sfide e opportunità

L’intelligenza artificiale sta entrando in modo significativo nei processi di selezione, valutazione e sviluppo delle persone. Ma è possibile parlarne in termini pragmatico, mantenendo al centro l’umano? Alessandra Lazazzara ha posto con lucidità questa domanda, sottolineando che il vero nodo non è tanto “se” usare l’AI nei processi HR, ma “come” farlo.

A partire dal recente testo “Intelligenza artificiale nei processi HR. Una gestione aumentata del personale” (A. Lazazzara, S. Za, Franco Angeli, 2025) sono stati approfonditi i principali ambiti in cui l’AI interviene nella gestione delle risorse umane.

Oltre i bias: il ruolo dell'AI nei processi HRNel reclutamento e selezione, l’intelligenza artificiale può aiutare a ridurre i bias nelle job description, supportare le interview attraverso robot sociali o avatar, costruire algoritmi di ranking. Durante l’onboarding, chatbot conversazionali e realtà virtuale possono rendere l’esperienza più immersiva e personalizzata. Nella fase di formazione e sviluppo, l’IA è capace di analizzare i bisogni formativi e generare contenuti su misura. Per il performance management, è possibile utilizzare feedback generati dall’IA e modelli predittivi per garantire valutazioni più eque. Infine, nella fase di retention e uscita, il machine learning consente di prevedere il turnover e l’AI può essere utilizzata a supporto delle piattaforme di engagement oltre che nelle exit interview.

AI Inclusion Paradox

Durante l’evento, Alessandra Lazazzara ha illustrato in che modo l’intelligenza artificiale stia trasformando i processi HR, sollevando interrogativi cruciali: come l’AI interpreta il genere, l’età, le interruzioni di carriera o il potenziale di una persona? Può valutare correttamente la leadership o il potenziale?

L’Intelligenza Artificiale ci pone di fronte a un paradosso: da un lato, potrebbe ridurre i pregiudizi umani, standardizzare i processi, guidare le decisioni con dati oggettivi e diffondere buone pratiche su larga scala; dall’altro, può anche perpetuare e amplificare i bias esistenti, generare nuove forme di esclusione, prendere decisioni opache e produrre conseguenze indesiderate.

I bias, infatti, non “scompaiono” solo perché alcuni processi vengono automatizzati: anzi, possono cambiare forma e diventare ancora più insidiosi. Le fonti di distorsione algoritmica possono essere molteplici: dai dati utilizzati per addestrare i modelli, spesso riflesso di disuguaglianze strutturali, al design degli algoritmi stessi, fino al modo in cui vengono impiegati nei contesti organizzativi.

Oltre i bias: il ruolo dell'AI nei processi HRSta quindi alla qualità dei dati, alla trasparenza degli algoritmi e soprattutto alla responsabilità umana fare la differenza tra un uso dell’AI che promuove l’equità e uno che la compromette. Per questo motivo è fondamentale adottare strategie di mitigazione, come la revisione critica dei dati, la chiarezza nei criteri di selezione automatizzata e il coinvolgimento umano nei momenti decisionali chiave.

Poiché gli algoritmi apprendono dai nostri sistemi e dalle nostre scelte, è indispensabile un intervento umano consapevole e competente. Oggi più che mai, è necessario progettare intenzionalmente processi inclusivi e trasparenti, integrando l’AI in modo da garantire accesso, equità e appartenenza.

Intelligenza artificiale e inclusione: prospettive in dialogo, riflessioni e scenari futuri

Nel corso dell’incontro è emersa una visione articolata dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nei processi HR, a partire da esperienze concrete di aziende che stanno sperimentando progetti e approcci innovativi.

Valentina Palazzo, CEO e cofondatrice di Stakeshare, ha presentato una piattaforma che valorizza e premia i talenti attraverso il riconoscimento in tempo reale dei loro successi professionali, tracciati con token su blockchain, in un sistema simile a quello delle “award”.

L’obiettivo è offrire a manager e HR uno strumento che consenta di monitorare, tenere traccia e rendere visibili i risultati raggiunti dalle risorse più meritevoli, superando i limiti della valutazione annuale. Il sistema, infatti, mette in luce anche quei contributi spesso trascurati e permette di personalizzare i benefit – da quelli economici, alle ferie, alla formazione.

Ilaria Franchin, Consulting HR Business Partner per la regione Europe West di EY, ha sottolineato come l’adozione dell’intelligenza artificiale nei processi HR rappresenti un’opportunità trasformativa che richiede, prima di tutto, una solida governance dei dati. In un ecosistema in cui i dati si moltiplicano esponenzialmente, la loro qualità e affidabilità sono prerequisiti fondamentali per generare valore. Per questo, EY sta investendo in questa direzione, garantendo trasparenza, rispetto della privacy e inclusività.

In EY, l’AI è già integrata nei processi chiave di talent acquisition, people management e L&D, contribuendo a migliorare l’employee experience che è centrale per la firm.

Infine, ha condiviso un progetto strategico attualmente in corso che riguarda l’analisi dei processi per valutare l’impatto dell’AI su attività, ruoli e competenze, consentendo all’organizzazione di pianificare in modo proattivo la workforce del futuro.

Joelle Gallesi, Managing Director di Hunters Group e Deputy General Manager di EasyHunters, ha condiviso l’esperienza della sua organizzazione nell’utilizzo dell’AI, sottolineando l’importanza del coinvolgimento e della collaborazione tra diverse funzioni aziendali sin dalle fasi iniziali.

L’attivazione di una rete di ambassador interni ha avuto un ruolo chiave nel promuovere l’adozione e nell’accompagnare l’evoluzione continua delle soluzioni implementate in modo coerente con la cultura aziendale.

Intelligenza artificiale e umana: una convivenza possibile

Alessandra Lazazzara, chiudendo l’incontro, ha sottolineato come la consapevolezza maturata nel tempo sia chiara: policy DEI e AI non possono più essere trattate come ambiti separati. Tutti gli esempi condivisi mostrano infatti come le pratiche inclusive siano ormai integrate “by design” nei processi HR, non come iniziative aggiuntive o compensative.

L’obiettivo, non è favorire alcuni gruppi, ma superare del tutto la logica dei “cluster” e costruire policy realmente eque per tutte le persone. Per farlo, l’attenzione deve spostarsi su aspetti più profondi: sviluppare pensiero critico, responsabilità diffusa e una cultura della consapevolezza, fondamenta imprescindibili per un’innovazione davvero inclusiva.

L’adozione dell’AI, se guidata da questi principi, può diventare l’occasione per rimettere al centro il valore dell’intelligenza umana, soprattutto nei momenti più delicati di relazione e valutazione. L’AI può semplificare, automatizzare, farci risparmiare tempo. Ma non potrà mai sostituire l’intuito, l’empatia, l’ascolto. E nemmeno il coraggio di prendere decisioni complesse.

La sfida non è solo tecnica, ma è profondamente culturale. Integrare innovazione e umanità significa costruire ambienti di lavoro più equi, sostenibili e orientati al benessere.

In un momento storico in cui l’entusiasmo, da un lato, e la paura, dall’altro, rischiano di oscurare il fattore umano, questo incontro ha tracciato una direzione chiara: l’AI può essere una risorsa preziosa, ma solo se rimane uno strumento al servizio delle persone – e non il contrario.

È in questa prospettiva che Wise Growth, al fianco delle organizzazioni dal 2008, rinnova il proprio impegno: accompagnarle in un mercato del lavoro in continua trasformazione, affrontando con consapevolezza le sfide – anche quelle legate all’intelligenza artificiale – mettendo sempre al centro le persone.

Autore

Redazione Diversity-Management.it

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