Nuove tecnologie

Serious game: metodologie innovative per l’apprendimento esperienziale

Serious game
Scritto da Alessia Alò
Avete mai sentito parlare di serious game?

I serious game – letteralmente “giochi seri” – sono simulazioni virtuali interattive dotate di un obiettivo ben strutturato in cui gli aspetti seri e quelli ludici si trovano in equilibrio. Il termine serious game è stato utilizzato per la prima volta intorno agli anni 70, nel libro omonimo di Clark C. Abt; Abt descrive i serious game come “giochi con un esplicito e ben definito scopo educativo, non pensati primariamente per il divertimento, senza però escluderlo”.

I serious game trovano applicazioni in contesti diversissimi tra loro: dal marketing (detti Advergame) alla riabilitazione di persone con deficit cognitivi,  dal recruiting al settore socio-educativo.

I serious game, inoltre, possono avere svariati obiettivi; qualche esempio: sensibilizzare in modo incisivo rispetto ad alcune tematiche, migliorare il decision making, la pianificazione e il problem solving, formare a livello professionale operatori di qualsiasi settore.

Lo scopo principale consiste nel creare un’esperienza formativa efficace e piacevole  che, grazie all’interattività dello strumento e quindi al ruolo attivo del fruitore, consenta una migliore interiorizzazione delle situazioni e delle sensazioni sperimentate. In questo modo vengono attivati quei processi che ci consentono di riflettere sulle esperienze vissute, sia pur in un ambito virtuale, e di modificare il nostro modo di percepire le situazioni.

Ad oggi non esiste una teoria uniforme sulla pedagogia dei serious game. Particolare importanza ha assunto l’apprendimento esperienziale che parte dal presupposto che il learning by doing favorisca modifiche comportamentali più profonde e durature; infatti è risaputo che l’apprendimento attivo ottiene risultati qualitativamente migliori di quello passivo, in cui i contenuti sono veicolati attraverso lezioni frontali troppo spesso noiose.

Inoltre, la possibilità di ripetere l’esercizio-game più volte permette di giungere alla totale padronanza della dinamica esplorata, aumentando la competenza e la dimestichezza verso la situazione reale.

E in campo aziendale?

I serious game possono essere utilizzati anche per comprendere e costruire la cultura aziendale, alimentandone i valori e creando competenze trasversali. Siamo davanti a un training formativo coinvolgente e versatile.

Esistono infatti simulazioni virtuali che possono essere utilizzate in fase di assessment del training formativo, per valutare il livello di competenze iniziali da cui partire; ne esistono altre che invece hanno come obiettivo l’ampliamento della comprensione di determinate dinamiche, il miglioramento di certi comportamenti o ancora lo sviluppo di talune competenze (soft skills); i serious game inoltre possono essere utilizzati anche in fase di verifica, per valutare le competenze acquisite e quindi l’efficacia del percorso formativo.

I vantaggi dei serious game sono molteplici:

  • Possono essere sviluppati in maniera molto flessibile e sono quindi estremamente adattabili al contesto all’interno del quale verranno utilizzati;
  • Consentono un attivo coinvolgimento del fruitore che pertanto diventa protagonista dell’esperienza formativa;
  • Permettono di veicolare contenuti che, attraverso la formazione classica, risulterebbero molto più difficoltosi (e noiosi) da apprendere;
  • Stimolano la riflessione e l’interiorizzazione di cambiamenti che solo attraverso l’esperienza diretta possono trovare radicale modificazione;
  • Forniscono la possibilità di ricreare un ambiente protetto nel quale il fruitore ha la possibilità di mettersi in gioco senza aver paura di sbagliare ma anzi può imparare dai propri errori per non commetterne nella vita reale.
Possiamo quindi affermare che i serious game sono uno strumento per educare, formare e informare in modo incisivo e dinamico nonché piacevole e stimolante.

In conclusione le nuove tecnologie possono contribuire – e già in parte stanno contribuendo – allo sviluppo di metodi educativi e formativi nuovi, flessibili e divertenti, al giorno d’oggi indispensabili per fronteggiare un mercato e una domanda in costante cambiamento.

Have fun!

Autore

Alessia Alò

Laurea in Psicologia Clinica all’Università degli Studi di Bergamo, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale.
Coordina l’area comunicazione, digital & social media di Wise Growth e dirige la rivista online Diversity-Management.it sui temi dell’inclusione e della pluralità; è docente in percorsi di consulenza e formazione in ambito DEI (Diversity, Equity & Inclusion), in particolare con focus sul linguaggio inclusivo, la comunicazione, la mental health e l’age management.
Da anni collabora con realtà no-profit che offrono supporto psicologico a famiglie, coppie, adulti e minori in situazioni di fragilità.
È appassionata di nuove tecnologie, games, grafica e comunicazione digitale.
È contributor nei volumi “La Cultura del Rispetto. Oltre l’inclusione” di Bombelli M.C., Serrelli E., GueriniNext 2021 e “L'ecosistema della formazione. Allargare i confini per ridisegnare lo sviluppo organizzativo” di Nacamulli C. N, Lazazzara A., Egea 2023.

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