Molti uomini si sentono oggi insoddisfatti nel lavoro, incapaci di fare scelte importanti, inadeguati nei confronti delle donne, titubanti di fronte alla responsabilità di diventare padri, vittime di una rabbia impotente che nasconde talvolta un’invidia non riconosciuta.
Sembrano accomunati da una insicurezza di fondo che ad uno sguardo attento rivela una debole identità maschile, debolezza favorita dalle critiche che il sistema dei media, partendo da fatti di cronaca agghiaccianti, estende spesso a tutto il genere maschile. Per cercare una risposta ai loro problemi nel 2014 ho lanciato a Brescia Campo maschile, un progetto di ricerca-azione sull’identità maschile, che si propone come spazio, fisico e simbolico, in cui gli uomini possano confrontarsi su temi caratteristici dell’esperienza maschile.
Negli incontri quindicinali, da me coordinati, viene favorita l’apertura a una dimensione transpersonale della vita psichica, dimensione che aiuta a superare i problemi che si presentano a livello individuale. Il metodo prevede essenzialmente due momenti, uno di esperienza corporea e l’altro di riflessione culturale e intellettuale. Meditazione e respirazione (mindfulness), musica e movimento del corpo, disegno e lavoro con la creta si integrano con con miti, racconti di sogni, immagini, opere d’arte, testi letterari che toccano temi e tradizioni del mondo maschile.
I partecipanti vengono aiutati a sviluppare uno sguardo duplice: rivolto verso l’interno, in modo da prendere contatto con sentimenti e emozioni che sfuggono al controllo della coscienza, ma anche verso l’esterno, in modo da riconoscere valore e limiti dell’esperienza di altri uomini. In questo modo le rigide difese dell’Io, spesso dovute a una dolorosa ferita, tendono a diminuire e la persona può aprirsi al Sé, centro profondo e vero motore della nostra psiche.
Questo percorso aiuta un maschio a riconoscere e incontrare l’Anima, il femminile dentro di sé, premessa indispensabile per dare il giusto valore anche alla donna, il femminile “fuori da sé”. L’Anima, la parte controsessuata della psiche maschile, è infatti – secondo lo psichiatra e psicologo analista Carl Gustav Jung – la principale funzione di relazione tra conscio e inconscio, un archetipo, un’immagine interna indispensabile per il costituirsi di una solida identità maschile. Oggi è spesso la mancanza di una relazione con Anima che rende i maschi passivi, depressi e privi di iniziativa e, qualche volta, violenti, disanimati appunto.
Oltre agli incontri quindicinali Campo maschile prevede, almeno una volta all’anno, delle uscite nella natura di due giorni in cui i partecipanti possano condividere esperienze di contatto diretto con gli elementi naturali: camminare in un bosco, salire su un sentiero di montagna, bagnarsi in un fiume, sentire il calore del sole o lasciarsi bagnare dalla pioggia e toccare dal vento, meditare ascoltando i suoni di una cascata o lasciandosi colpire dalla visione di un paesaggio.
L’obiettivo di queste giornate è quello di aiutare i partecipanti a scoprire la dimensione archetipica, immaginale e selvatica del maschile, in modo da poterla poi declinare personalmente, nella vita quotidiana e nella relazione con gli altri.