Donne Grandangolo

A Casa Chiaravalle nasce il condominio solidale per le donne vittime di violenza

Scritto da Ilaria Li Vigni

In data 20 maggio, Casa Chiaravalle, il più grande bene confiscato alla mafia in Lombardia, ha aperto le porte alla cittadinanza per presentare il progetto di accoglienza diffusa che sorgerà al suo interno.

Casa Chiaravalle, sequestrata nel 2009 e confiscata nel 2012 a causa delle attività illecite del suo proprietario, diventerà infatti un condominio solidale che ospiterà settanta persone, per la maggioranza donne in uscita da percorsi di contrasto alla violenza o che vivono un disagio abitativo e anche le loro famiglie.

Sarà un luogo aperto al quartiere, secondo le direttive della socialità e dell’accoglienza, tipiche del profilo ambrosiano.

La struttura sarà gestita da Passepartout, rete di cooperative sociali operanti a Milano con grande esperienza, in particolare nel campo della violenza di genere.

Ad inaugurare il progetto il Sindaco Giuseppe Sala, l’Assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino, il presidente di Passepartout Silvia Bartellini e il presidente dell’associazione Amici di Casa Chiaravalle Carlo Todini.

In questa struttura, emblema della Milano che lotta contro la criminalità, legalità significa prima di tutto difendere il diritto delle donne e di tutte le persone a vivere libere da violenze e soprusi e a sentirsi inserite nella comunità sociale.

Una mission di altissimo valore che ha visto la Giunta e il mondo dell’associazionismo uniti, in un circolo virtuoso fondamentale per superare difficoltà logistiche, problematiche burocratiche e cronica mancanza di fondi.

La proprietà, riqualificata grazie all’intervento di Passepartout, Gruppo Banco BPM e l’associazione Amici di Casa Chiaravalle, comprende tre ettari di giardino, sette ettari di terreno agricolo, 700 mq di capannoni e 1300 mq di immobili e ad essa sarà collegata una rete di appartamenti e altre soluzioni abitative diffuse (housing sociale, co-housing, strutture di ospitalità comunitaria con mix di utenza) gestite da Passepartout, per un totale di altri ottanta posti.

Particolare attenzione è stata posta alla ristrutturazione dell’intero complesso a opera dell’architetto Riccardo Curcio e all’interior design affidato ad Alterstudio Partners.

L’obiettivo è creare un ambiente in cui le persone, interne ed esterne possano conoscersi e confrontarsi, consapevoli che ogni “ponte di esperienze” porta a migliorare la convivenza e a isolare ogni forma di violenza, anche subdola e nascosta.

Passepartout gestirà diversi “laboratori di convivenza”, momenti in cui gli ospiti della casa e i residenti del borgo potranno incontrarsi.

Ma attorno a Casa Chiaravalle nasceranno anche attività culturali e aggregative: aperitivi, cene, proiezioni di film, performance artistiche a disposizione della cittadinanza.

Sia gli ospiti che gli abitanti della zona potranno, inoltre, sfruttare le opportunità offerte dal bosco-giardino circostante per imparare, coadiuvati dagli operatori di Passepartout e delle altre imprese sociali coinvolte, a gestire un orto o a curare il verde.

casa chiaravalleSi cercherà, infine, di mettere a frutto le competenze di tutti gli ospiti, italiani e stranieri, favorendo, tra l’altro, percorsi di sostegno, finalizzati alla nascita di micro-imprese e a organizzare corsi di sartoria e di lingua italiana per creare occasioni di lavoro anche per stranieri.

La sfida del progetto è dimostrare che le buone pratiche di accoglienza mettono in primo piano le persone con le loro necessità e risorse in un contesto di accoglienza diffusa, fondamentale in una grande città come Milano.

Sarà di certo un esempio virtuoso che si auspica possa, a breve, crescere e dare propri frutti, specialmente tutelando le donne vittime di violenza, troppo spesso rinchiuse nelle mura domestiche e senza possibilità di soluzioni abitative alternative.

Solo con simili esperienze sul territorio si potrà concretamente arginare il fenomeno, divenuto oramai capillare ed intersociale e solo con simili concreti esempi anche la normativa contro la violenza di genere potrà vedere applicazione pratica e risultati positivi.

Autore

Ilaria Li Vigni

Avvocata penalista, iscritta all’Ordine degli Avvocati di Milano e specializzata in diritto penale dell’economia, reati contro la Pubblica Amministrazione, contro la persona e la famiglia. Consigliere dell’Ordine regionale dei Giornalisti. Consulente legale Consolato USA a Milano. Si occupa di tematiche di genere nell’avvocatura, coordinando corsi di formazione in materia di diritto antidiscriminatorio e pari opportunità e leadership presso le Istituzioni Forensi e le Università. Giornalista pubblicista e autrice di saggi.

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