Disabilità Testimonianze aziendali

Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità: il giorno giusto per iniziare ad ascoltare

“Personalmente ho iniziato a stare meglio quando ho accettato di essere ammalata e ho iniziato a parlare tranquillamente della disabilità.
La malattia esiste e parlarne anche in azienda vale la pena per superare le paure inconsce delle persone.
Io non mi offendo se mi si tratta con delicatezza perchè si sa che ho qualche problema. Anzi, lo apprezzo molto.
Ma trattare con delicatezza non significa trattare con compassione, sono atteggiamenti ben differenti e contrastanti.”

Ecco alcune delle parole regalate da una lavoratrice con disabilità nell’ambito della ricerca appena conclusa “Disabilità e lavoro attraverso le narrazioni dei protagonisti”, promossa da Wise Growth e Fondazione ISTUD con il supporto di ValoreD.

Grazie alle aziende partner Adelante Dolmen, Enel, MPS, Novartis e sponsor Edison, Sanofi e Sapio Life è stato possibile condurre questa massiccia operazione di ascolto di 154 lavoratori con disabilità e 42 tra colleghi, responsabili, familiari e amici.

I lavoratori si raccontano

I lavoratori che hanno deciso di raccontarsi hanno dichiarato di vivere questa possibilità come un gesto di attenzione e considerazione che genera sensazioni di benessere, di liberazione.

Colleghi e responsabili hanno apprezzato l’obiettivo dell’iniziativa e ne hanno colto l’utilità. Segno del fatto che dinanzi alla disabilità l’ascolto – vero, partecipato, attento – è il primo passo e può già cambiare la realtà.

L’attenzione alle persone con disabilità nel mondo del lavoro sta finalmente crescendo. Organizzare eventi, corsi e progetti su questo tema sta diventando una priorità per molte aziende. Ma spesso bisogna rallentare, soprattutto per un aspetto fondamentale: la mancanza di conoscenza.

La ricerca “Disabilità e Lavoro attraverso le narrazioni dei protagonisti” ha avuto lo scopo di colmare un po’ questo vuoto, per ascoltare e comprendere il vissuto delle persone con disabilità al lavoro, con uno sguardo al loro presente, passato e futuro.

Vita in azienda: ostacoli e risorse

Dopo essersi generosamente presentate, le persone hanno ad esempio narrato i loro primi approcci in azienda dalla ricerca lavoro, all’assunzione, ai primi periodi di inserimento.
Ne è emerso un quadro variegato fatto di riflessioni e percezioni su quelli che possono essere stati i fattori di successo (fortuna, caparbietà, essere riusciti a mascherare la propria disabilità…) ma anche le criticità.

Una grande scoperta è che ostacoli e risorse si trovano molto spesso nelle persone: la persona con disabilità da una parte, i suoi colleghi e responsabili dall’altra.

Laddove colleghi e responsabili possono favorire la motivazione e la forza per inserirsi con successo nel contesto professionale, le proprie risorse interiori, i lati del proprio carattere e della propria personalità possono favorire la propria storia lavorativa. Ma possono anche renderla più lenta e difficoltosa, e ciò è altrettanto vero per le persone con cui si lavora.

La grande maggioranza delle narrazioni riferisce un rapporto con i colleghi molto positivo, non mancano però le situazioni di difficoltà dovute a stress, pressione, disaccordi e situazioni di scarsa accoglienza.
A queste si aggiungono alcune storie di relazioni cordiali ma senza un reale rapporto di stima e racconti che riportano neutralità nel rapporto con i colleghi.
Una piccola percentuale vive l’isolamento a causa dello smart working e delle chiusure conseguenti la pandemia di COVID-19.
Con i responsabili sono ancora più numerose le situazioni di positività.

Soddisfazioni e criticità

 Il 46% dei narratori si considera soddisfatto al lavoro. Un secondo gruppo di storie (16%) sottolinea però la carenza di stimoli, spesso evidentemente collegata alla propria condizione di disabilità, accompagnata da un senso di rassegnazione.
Alcuni (11%) si dichiarano insoddisfatti, altrettanti (11%) non valorizzati proprio per la condizione di disabilità.
Alla fatica del lavoro (5%) si è ora aggiunta una condizione di incertezza legata al COVID-19 (9%).
Abbiamo raccolto anche altre sfumature come il senso di colpa per la propria prestazione e l’essere al centro dell’attenzione (entrambi 1%).

Per quanto riguarda gli spazi, l’ambiente fisico e la dotazione tecnologica a disposizione, dalle narrazioni si evince una situazione eterogenea, complessivamente soddisfacente, ma dove le situazioni di criticità sono spesso dovute, ancora una volta, alla mancanza di ascolto.

Inclusione: una ricchezza per l’azienda

I partecipanti si sono suddivisi tra coloro che ritengono possibile l’inclusione completa delle persone con disabilità al lavoro, in alcuni casi anche evidenziando che la diversità rappresenta una vera e propria ricchezza per l’azienda.

Ci sono invece coloro che vivono con difficoltà la propria disabilità al lavoro perché il percorso di integrazione è ancora lungo, e in alcuni casi ci si è rassegnati a situazioni non ottimali.

Le principali difficoltà sono legate alla difficoltà di comprendere il valore professionale del lavoratore o la poca conoscenza della disabilità.
È emersa in modo preponderante l’esigenza di un ambiente professionale più attento e preparato alla “cultura della disabilità”.

Infine, c’è chi si sente partecipe al pari di tutti gli altri, in una situazione di normalità. In ogni caso si sottolinea il forte valore che il lavoro ha nell’integrazione e all’emancipazione dell’individuo.

In molte narrazioni è espresso il sogno di una maggiore possibilità di espressione e di valorizzazione delle proprie capacità.
Il desiderio più frequente è quello di arrivare a vivere in contesti nei quali ci siano percorsi di sviluppo e carriera anche per le persone con disabilità, un ambiente professionale senza la presenza di culture discriminanti fino ad arrivare a non dover fare più distinzioni tra lavoratore con disabilità e lavoratore senza.

Si tratta soltanto di poche anticipazioni di una ricerca molto ricca di parole, immagini e stimoli che, presentata in un incontro ristretto ai partner e agli sponsor il 23 novembre 2020, è ora nella fase di divulgazione pubblica.
Non solo: lo studio rappresenta il primo passo del network di aziende “Disability LAB” che vuole favorire la realizzazione di interventi all’interno delle organizzazioni, valorizzando buone pratiche e individuando ambiti di miglioramento.

Come ti sei sentito nel raccontare la tua storia? Uno dei 154 partecipanti risponde:


…soddisfatto nell’avere questa possibilità. Spero che questo studio di come la disabilità incontra il lavoro, possa essere utile per enti ed organizzazioni statali e non, per studiare meglio l’approccio tra questi due mondi.
Una persona disabile che riesce a realizzarsi anche lavorativamente, è una persona con un migliore stato psico/fisico.

Non possiamo che essere d’accordo, impegnarci a lavorare tutti in questo senso, e augurare a tutti Buona Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Su richiesta, è possibile prendere visione del report della ricerca Disabilità e Lavoro, scrivendo a info@wise-growth.it.

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Autore

Emanuele Serrelli

In Wise Growth dal 2015, ha sviluppato esperienze formative e ricerche focalizzate sulla movimentazione di stereotipi, pregiudizi e “visioni tunnel” all’interno dei contesti lavorativi e ha inoltre fondato e coordinato l’area disabilità.

Dottore di ricerca in Scienze della formazione e della comunicazione con numerose esperienze internazionali, è autore di molte pubblicazioni: tra le più recenti La cultura del Rispetto. Oltre l’inclusione, con M.C. Bombelli, Guerini 2021.

È docente di pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove collabora anche con la UNESCO Chair on Education for Human Development and Solidarity among Peoples, con il CESVOPAS Centro Studi sul Volontariato e la Partecipazione Sociale, e con i corsi di laurea in Scienze dell’educazione e della formazione e in Media Education.

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