Nelle aziende di grandi dimensioni c’è un bilanciamento in ingresso tra uomini e donne, tuttavia la carriera delle donne può essere rappresentata come un tubo che perde (Ricerca “Women in the workplace”, McKinsey 2015)
Ritengo che lo snodo più critico di carriera per le donne sia il passaggio da posizioni di middle manager a senior perché è il momento della verità, in cui le donne sono chiamate a scegliere tra il lavoro e la famiglia.
Un dato che ritengo essenziale riportare è quello relativo alla motivazione a fare carriera che è la prima leva che comincia a venire meno. Le giovani ragazze infatti hanno alte aspirazioni e non si pongono limiti. Le donne in posizioni di middle management sono più sfiduciate nel modello “posso avere tutto” perché inizia ad essere una priorità negoziare il work-life balance. Le aspirazioni ritornano ad essere elevate nei ruoli executives (Ricerca “Leaders & Daughters”, Egon Zehnder, 2016).
Quali sono infatti le barriere più comuni per le donne che ricoprono posizioni di middle manager?
La prima barriera è rappresentata dai modelli tradizionali di famiglia. Se le donne volgono il loro sguardo al passato, vedranno le loro madri per lo più dedite alla famiglia e i padri dediti al lavoro.
Oggi questo modello non è più sostenibile perché la partecipazione all’economia delle donne è cresciuta e quindi è diventato necessario riequilibrare i pesi di investimento sulla famiglia tra madri e padri.
Quando le donne occupano posizione di middle manager è una fase di vita personale molto complessa perché se le donne non hanno ancora figli, sono chiamate a domandarsi se averne o meno. Se invece hanno figli, sarà probabile che il carico di cura della famiglia sia rivolto di più verso di loro invece che verso i padri. Il work-life balance resta quindi un’utopia soprattutto in quelle organizzazioni in cui non sono previste forme di flessibilità.
Un’altra barriera è rappresentata dalla mancanza di modelli femminili di riferimento. Se le donne volgono il loro sguardo sopra di loro, per usare il paragone con un modello organizzativo piramidale, vedranno per lo più uomini che ricoprono posizioni di senior management. Non avere quindi dei modelli di donne senior porta una demotivazione alla propria carriera e in generale un modello di leadership poco inclusivo in cui le donne middle manager non si rispecchiano.
Ma se volgiamo tutte noi lo sguardo al futuro, vediamo nuovi modelli di famiglia, di carriera e di organizzazioni che si stanno a poco a poco delineando e che quindi costituiranno terreno fertile alle donne per crescere ancora.
Negli ultimi 50 anni è quadruplicato il tempo che i padri passano con i figli e soprattutto nelle nuove generazioni si sente un bisogno molto forte di paternità (Ricerca di Judith Treas dell’Università della California, 2015).
Le aziende hanno iniziato a promuovere e monitorare le carriere inclusive ovvero quelle in cui solo il merito viene premiato e non ci sono pregiudizi legati al genere, all’età e al background. Le carriere stanno diventando sempre più fluide e si muoveranno in confini più laschi (The Future of Jobs, Word Economic Forum, Davos, 2016). E’ difficile immaginarsi oggi come saranno un domani, sicuramente saranno molto più integrate con le esigenze personali.
Nelle organizzazioni in cui ci sono programmi di flexible working, servizi alla persona/famiglia e salva-tempo, le donne riescono ad integrare i vari aspetti della propria vita. Questi modelli flessibili facilitano in generale l’emersione e la non dispersione del talento non solo femminile ma anche delle nuove generazioni che danno molto più valore all’integrazione.