Femminile e maschile Lavoro e Management Rispetto

Gli uomini (altamente) sensibili possono salvare il mondo?

Scritto da Luca Marconi

Drazen Zigic per Freepik

Sensibilità ed empatia sono l’antidoto al dilagare della cosiddetta mascolinità tossica. Per superare il mainstream code e diffondere un nuovo modello, dobbiamo conoscere gli uomini altamente sensibili per prendere spunto dal loro e guardare a esempi differenti. 

Il maschile sensibile

La sensibilità rappresenta l’essere umano nella sua interezza e pertanto riguarda sia uomini che donne. Allora perché questa caratteristica sembra essere appannaggio esclusivamente del genere femminile? Esistono uomini sensibili?  A dispetto delle apparenze, la risposta è affermativa. Come ricordato in un precedente articolo, lo stesso tratto SPS (Sensitive Processing Sensitivity) è egualmente ripartito tra uomini e donne. Tuttavia, culturalmente, è associato alle donne e accettato solo se riferito a loro.

Sensibilità come debolezza?

Allora, perché un uomo dotato di grande sensibilità deve sentirsi sminuito, in imbarazzo, sbagliato per questo?  A rispondere è la dottoressa Elena Lupo, che sottolinea come la cultura della nostra epoca sia fortemente machista. Infatti, i modelli di mascolinità imposti dalla società impediscono agli uomini di essere liberi di manifestare la loro sensibilità perché, nella cultura occidentale, essa è associata alla debolezza.  Ci sono delle fortissime pressioni sugli uomini perché si adeguino e ricalchino lo stereotipo della mascolinità. Si tratta della Man Box di cui parlano gli studi di Paul Kivel: una vera e propria gabbia, che ha portato alla mascolinità tossica.   Gli uomini subiscono tutta la vita questo condizionamento fin dall’età prescolare, quando hanno già imparato a reprimere tutte le emozioni, tranne la rabbia, come spiegato dallo psicologo statunitense Ted Zeff. 

La mascolinità come performance

Secondo Charlie Glickman, la mascolinità è intesa come performance. Perciò, questa pressione perenne crea difficoltà, soprattutto agli uomini PAS, che sono liberi di essere se stessi solo quando rimangono da soli. A tale proposito, Tom Falkestein parla del confronto con un modello di virilità irraggiungibile che genera contraddizione tra il desiderio di trarre soddisfazione dal riconoscimento sociale e la necessità di rinnegare il proprio sé. 

Uomini sensibili al lavoro

A maggior ragione, un uomo Altamente Sensibile, come può gestire le aspettative professionali verso di lui? Tracy M. Cooper, esperto internazionale in questo campo, chiarisce che il problema non riguarda solo le PAS ma tutti gli uomini, poiché subiscono allo stesso modo l’influenza negativa degli stereotipi. Ciò spiega perché i suicidi lavorativi interessino soprattutto proprio il genere maschile.  Anche Marco Perdazzini, studioso dei tratti maschili dell’Alta Sensibilità, ha fornito delle indicazioni preziose in tal senso:

  • Imparare ad accettare il fallimento: Agli uomini viene insegnata e richiesta la competitività fin dai banchi di scuola, ma non come gestire l’insuccesso. Allora, devono ripetersi che sono esseri umani e, in quanto tali, spesso sbagliano, senza eccezioni. 
  • Depotenziare il significato della vita professionale: La realizzazione della persona non passa solo dalla carriera lavorativa. Per di più, troppo spesso la logica aziendale non si basa sulla meritocrazia: perciò, la dedizione maniacale non necessariamente paga.
  • Seguire la propria vocazione: Scegliere il proprio lavoro in base al talento innato, indipendentemente dagli stereotipi di genere. Seguire la propria indole permette di trarre grande soddisfazione combinando insieme sensibilità, empatia e competenza.
  • Mettere dei confini e rispettarli: Anche gli uomini devono imparare a dire di no alle richieste eccessive degli altri. Infatti, le PAS, specialmente gli uomini, tendono sempre a fare di più rispetto alla loro soglia di sovraccarico, per soddisfare le aspettative nei loro confronti. 

Superando il proprio limite, si incorre nell’effetto opposto: reazioni di rabbia o di chiusura totale verso gli altri, con ripercussioni sociali assai negative.

  • Rispettare se stessi: Essere consapevoli della propria indole e onorarla. Senza dimenticarsi delle proprie esigenze, come si fa con quelle altrui. 
  • Riconoscere le emozioni: Dare un nome alle emozioni che si provano e non reprimerle più, ma accettarle come componente dell’essenza umana; imparare a comunicarle agli altri. 
  • Ricorrere alla comunicazione assertiva: L’atteggiamento assertivo si basa sul rispetto delle emozioni e delle esigenze degli altri, senza per questo sacrificare le proprie.

Nuovi modelli maschili 

Pixabay

Il modello rappresentato dall’uomo sensibile si dimostra più funzionale e molto meno problematico di quello del Maschio Alfa. Infatti, è altamente empatico e ciò gli consente di comunicare in modo rispettoso e corretto con tutte le persone a prescindere dal genere, dalla generazione, dall’orientamento sessuale, dalla cultura o dalla disabilità. Questo è un aspetto molto importante in chiave di diversity, equity & inclusion. Esistono già modelli differenti di maschile rispetto a quello del mainstream code: è necessario diffonderli, soprattutto tra le nuove generazioni, per promuovere il cambiamento.   Gli esempi ci sono, pensiamo al cantante e compositore Henry Rollins, a Justin Baldoni, attore, regista e scrittore, e al creativo e influencer italiano Gabriele Genovese, uomo altamente sensibile. Sono modelli con cui gli uomini possono identificarsi perché, pur essendo adeguati al mainstream code, hanno scelto di uscirne per rappresentare in prima persona una nuova mascolinità Infatti, contro lo schema che vuole gli uomini bellissimi, forti, muscolosi, impavidi e invincibili a ogni costo, costoro non hanno paura di mostrarsi anche vulnerabili, mentre piangono, si commuovono e parlano delle loro emozioni liberamente, invitando i follower a comportarsi nello stesso modo e a non provare più vergogna per questo. Si tratta di uomini completi, che hanno accettato e integrato anche gli aspetti femminili presenti nella loro umanità e li hanno saputi utilizzare al meglio, diventando accoglienti perché in grado di utilizzare con il prossimo anche le funzioni di holding e maternage, che prescindono dalle differenze biologiche di genere.   E forse sono proprio gli uomini di cui abbiamo bisogno, sia nelle aziende che nella società intera.    


Bibliografia

  • Acevedo, B. P., Aron, E. N., Aron, A., Sangster, M., Collins, N., & Brown, L. L., Il cervello altamente sensibile. Ricerca, valutazione e trattamento della sensibilità dell’elaborazione sensoriale, LAS – Libreria Ateneo Salesiano, Roma, 2021.
  • Aron, E., The Highly Sensitive Person’s Workbook, Broadway Books, New York, 1999.
  • Aron, E., The undervalued self, Little Brown & Co, New York, 2010.
  • Aron, E., Persone Altamente Sensibili, Mondadori, Milano, 2018.
  • Belsky, J., C Jonassaint, C., Pluess, M., Stanton, M., B Brummett, B. & Williams, R.,, Vulnerability genes or plasticity genes?, Molecular Psychiatry volume 14, pages746–754 (19 May 2009).
  • Baldoni, J., Man enough, HarperOne, San Francisco, 2021.
  • Bergsma E., The brain of the Highly Sensitive Person, Book Light International Publishing, Assen, 2019.
  • Collins, M., The Handbook for Highly Sensitive People, Watkins Publishing, London, 2019.
  • Cooper, T. M., Empowering the Sensitive Male Soul, Invictus Publishing, Sedalia, 2020.
  • Cooper, T. M., Thrive: The Highly Sensitive Person and Career, Invictus Publishing, Sedalia, 2015.
  • Falkenstein, T., The highly sensitive man: finding strength in sensitivity, 2019.
  • Glickman, C., Escape the “Act like a man” box, in The Good Men Project, 2012.
  • Greven, C. U., Lionetti, F., Booth, C., Aron, E. N., Fox, E., Schendan, H. E., Homberg, J. (2019), Neuroscience and Biobehavioral Reviews, 98, 287-305.
  • Haggett, A., A history of male psychological illness in Britain: 1945 – 1980, 2015, Palgrave–Macmillan, London, 2015.
  • Heilman B., Barker G., Harrison A., The man box: a study on being a young man in the US, UK and Mexico, Washington DC and London, Promundo-US and Unilever, 2017.
  • Jaeger, B., Making Work Work for the Highly Sensitive Person, McGraw-Hill. New York, 2004.
  • Kivel, P., Men’s work: how to stop the violence that tears our lives apart, Hazelden Publishing, Center City, 1992.
  • Lupo, E., Il tesoro dei bambini sensibili, Il leone verde, Torino, 2017.
  • Petitcollin, C., Il potere nascosto degli ipersensibili, Sperling & Kupfer, Milano, 2019.
  • Sand, I., L’introverso felice. Come trasformare l’ipersensibilità e l’introversione nei tuoi punti di forza, Edizioni Il punto d’Incontro, Vicenza, 2018, 
  • Sellin, R., Le persone sensibili hanno una marcia in più, Feltrinelli, 2012.
  • Watt Smith, T., Atlante delle emozioni umane, UTET, Milano, 2017.
  • Welch, M. G., L’abbraccio che guarisce, Red Edizioni, Milano, 2006.
  • Zeff, T., The strong, sensitive boy, Lightning Source Inc., La Vergne, 2010.
  • Zeff., T., The highly sensitive person’s survival guide, New Harbinger Publications, Oakland, 2004.

Autore

Luca Marconi

All’interno del mondo delle Risorse Umane, si occupa di Diversità e Inclusione, in particolare di Age Management. Inoltre, si interessa alla valorizzazione professionale delle Persone Altamente Sensibili (PAS).
La sua instancabile curiosità intellettuale lo ha fatto appassionare al tema della comunicazione, in tutte le forme: da quella visiva fino a quella professionale, passando per le arti figurative, il cinema e la televisione.
Ha conseguito una laurea in Lettere Moderne, una in Scienze Politiche e un master in Gestione delle Risorse Umane. E’ iscritto all’albo pubblicisti dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e alla SIAE. Vive e lavora a Milano.

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Iscriviti alla nostra newsletter

Inserendo la tua email acconsenti all’invio di newsletter sui nuovi articoli e sugli aggiornamenti relativi alle iniziative di Wise Growth