Lo scorso 21 maggio si è svolto a Bologna il primo convegno nazionale dedicato all’Alta Sensibilità.
Il claim scelto per l’evento vuole testimoniare quanto le Persone Altamente Sensibili (PAS) siano coraggiose e facciano ricorso a questa virtù ogni giorno, a dispetto degli stereotipi. Ancora oggi, infatti, esistono numerosi luoghi comuni, che si traducono in veri e propri pregiudizi, su come le persone dovrebbero comportarsi e apparire nei contesti lavorativi. Mettere l’accento sulla sostenibilità umana delle organizzazioni, dando spazio alla sensibilità e ai vissuti delle persone è un tassello fondamentale da integrare per creare ambienti di lavoro più equi e inclusivi.
L’Associazione HSP Italia
Coraggio e sensibilità sono due sinonimi nel vocabolario delle Persone Altamente Sensibili. A spiegarlo è Elena Lupo, Consulente Internazionale in Alta Sensibilità (ICHS) e presidente dell’Associazione Persone Altamente Sensibili HSP Italia, che ha inaugurato il primo convegno italiano dedicato a questo argomento. È stato un momento importante per la comunità delle PAS in Italia perché le ha dato visibilità e, al contempo, ha trasmesso un messaggio prezioso: si può guarire dalle ferite e dai traumi e trasformarli in un nuovo inizio, all’insegna di un processo di empowerment personale e, quindi, di comunità.
Storie di resilienza e trasformazione
Le persone che sono intervenute durante il convegno, sia italiane che straniere e, a loro volta, PAS hanno portato preziose testimonianze personali. Dai loro racconti è emerso chiaramente come, le persone dotate del tratto SPS (Sensitivity Processing System), una volta diventate consapevoli, attuano un processo trasformativo in tempi molto più rapidi rispetto a quelle neurotipiche.
Le testimonianze hanno dipinto un’immagine a tutto tondo della vita delle Persone Altamente Sensibili, sotto ogni aspetto. La scrittrice Federica Bosco ha riletto la sua storia di ex-underdog (persona sfavorita) con l’ironia e la leggerezza che la contraddistinguono. La giornalista Giorgia Cozza e Francesca Lionetti, psicologa ricercatrice in psicologia dello sviluppo, hanno dato consigli preziosi sulla genitorialità e sull’educazione delle bambine e dei bambini Altamente Sensibili. Riccardo Musacchi, docente di psicoterapia biosistemica e fondatore dell’Istituto di fototerapia psico corporea ha approfondito il tema dei confini e dei limiti come strumenti di difesa.
Una rete di sostegno
L’Associazione HSP Italia è nata a gennaio di quest’anno allo scopo di sostenere le ricerche scientifiche sull’Alta Sensibilità e divulgare le conoscenze già consolidate in materia. Inoltre, stanno nascendo delle reti di aggregazione per superare la solitudine e l’introversione che interessa il 70% delle PAS. grazie a diversi eventi dedicati proprio alle necessità e alle tematiche care a queste persone. Ciò è possibile grazie anche al contributo di nuove e nuovi trainer. Per usare le parole di Elaine Aron, si tratta di creativi culturali in grado di sfruttare il proprio percorso di PAS mettendolo al servizio delle altre persone, ognuna con il suo talento unico e individuale.
Ad esempio, la vicepresidente di HSP Italia Anne Bourgaux, coach sistemica e fondatrice dello spazio interdisciplinare Tara 7, propone dei gruppi di auto-aiuto specifici per PAS, mentre Calogero Anzallo e Gaetano De Maio, rispettivamente psichiatra e psicoterapeuta, partecipano con un progetto pilota dedicato all’Alta Sensibilità in ambito sanitario, già avviato dal CSM di Latisana e dall’Azienda Sanitaria Universitaria del Friuli Centrale.
Sensibilità e regolazione emotiva
Il rapporto tra Alta Sensibilità, regolazione emotiva e mainstream code è stato il fulcro degli interventi dell’influencer Gabriele Genovese e dello psicoterapeuta tedesco Tom Falkenstein. Il primo ha parlato del suo rapporto con gli stereotipi sul maschile sensibile e di come abbia capito che l’Alta Sensibilità è la chiave per cambiare la società in senso più inclusivo e umanamente sostenibile. Il secondo ha sdoganato il concetto di emancipazione maschile: il bisogno di affrancarsi da modelli e valori tradizionali troppo rigidi e soffocanti, che finiscono col penalizzare le persone nella loro vita sociale e affettiva. Inoltre, per insegnare agli uomini ad accettarsi, sono stati suggeriti degli esercizi di regolazione emotiva, finalizzati a migliorare la capacità di tollerare le emozioni negative.
L’autenticità delle leader e dei leader PAS
Sul tema della realizzazione in ambito professionale, hanno parlato Annet de Zwart e Fiorella Franco. La prima ha affrontato il tema dell’eccessiva attenzione ai propri difetti, vero punto debole delle PAS L’antidoto proposto dalla life coach olandese consiste nel riconsiderare il concetto di leadership. Essere leader, infatti, significa dare l’esempio, avendo fiducia in chi siamo. Se le PAS imparassero a condividere il proprio tratto e le intuizioni che ne derivano, riuscirebbero a presentarsi al mondo in modo autentico, offrendo alle altre persone il meglio di sé e fissando così un nuovo standard. Anche la sua collega italiana, Fiorella Franco, condivide il medesimo approccio e ha invitato ad abbracciare l’Alta Sensibilità perché sia vettore positivo di entusiasmo nella propria vita, e a uscire da una posizione marginale per arrivare a delle posizioni di leadership.
Lo stato dell’arte
Nel suo intervento, Francesca Lionetti, ricercatrice presso l’Università di Pescara, ha parlato dello stato dell’arte della ricerca scientifica sull’Alta Sensibilità.
Per confrontarsi con la complessità del tratto SPS, l’approccio più corretto è quello poligenico (genoma-wide approach). Questo tratto, infatti, si distribuisce nella popolazione in un continuum composto da tre macro-categorie. Ciascuna di esse viene indicata con un tipo di fiore che presenta una diversa risposta agli stimoli ambientali:
- Persone Altamente Sensibili: 25-30% della popolazione (Orchidee);
- Persone Normo Sensibili: 40-50% della popolazione (Tulipani);
- Persone con Bassa Sensibilità: 20-25% della popolazione (Tarassaco).
L’Alta Sensibilità non è una patologia e, pertanto, non dà luogo ad alcuna diagnosi in tal senso, ma solo a una valutazione. Per questo motivo, ad oggi, questo tratto non è mai stato incluso nel Big Five Questionnaire. Inoltre, sembra che l’Alta Sensibilità possa coesistere con la plusdotazione cognitiva, ma non che sia sovrapponibile ad essa.
Perseverare dopo l’entusiasmo
La filosofia dell’Associazione è di promuovere lo sviluppo di una società altamente inclusiva, in cui la sensibilità, al pari delle altre caratteristiche individuali, sia accolta e valorizzata in quanto portatrice di scambi e fonte di arricchimento a livello umano per tutti. Per realizzare questo obiettivo occorre che tutte le persone coinvolte nel processo conservino l’entusiasmo e diventino ambassador del cambiamento.
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