Diversity and Inclusion Donne Lavoro e Management

Sfide e opportunità dell’uguaglianza di genere nella filiera del lusso

Nel corso dell’evento “Including Diversity”, organizzato il 3 dicembre scorso dalla Camera Nazionale della Moda, Kering, gruppo leader nel mercato fashion e luxury, ha presentato i risultati della ricerca “Supporting Women in the Luxury Supply Chain: A Focus on Italy”.

L’indagine ha coinvolto i suoi brand più rinomati, simbolo del “Made in Italy” e sinonimo di qualità ed eccellenza: Gucci, Bottega Veneta, Pomellato e Kering Eyewear.

Kering ha selezionato come partner per questo ambizioso progetto BSR, leader sui temi della sostenibilità legata al business e Wise Growth, per la sua expertise nell’area Diversity & Inclusion – in particolare riguardo le tematiche di genere. La ricerca ha comportato un notevole impegno di trasparenza da parte dell’azienda committente e ha coinvolto competenti partner di progetto quali la Camera Nazionale della Moda Italiana e Valore D.

Scopo dell’indagine è stato investigare e comprendere la situazione delle donne che lavorano nelle numerosissime PMI che compongono la catena di fornitura dei brand del lusso.

In questo settore, infatti, l’Italia copre la fetta predominante della produzione in Europa, attraverso una filiera articolata e complessa, distribuita su tutto il territorio nazionale.

In un panorama di attori che da tempo includono i temi della sostenibilità ambientale nella propria strategia, sono principalmente due gli elementi di originalità dell’iniziativa:

  • aver spostato l’interesse sul versante sociale della sostenibilità, quello che riguarda le condizioni eque di lavoro, il rispetto dei diritti, la promozione di condizioni davvero inclusive
  • aver ampliato i confini dell’esplorazione su un tema così importante dal mondo delle aziende multinazionali – per certi versi “privilegiato” – al panorama delle PMI (piccole e medie imprese) che rappresentano il tessuto della realtà industriale italiana

Ormai da qualche anno è in atto un’evoluzione della sensibilità sociale e civile: i consumatori chiedono ai brand di sapere sia come viene prodotto il capo che scelgono di acquistare ma anche se chi l’ha prodotto gode di condizioni di lavoro dignitose e di un effettivo riconoscimento del valore del suo contributo.

Supporting Women in the Luxury Supply Chain: A Focus on Italy

Sono state analizzate nel dettaglio pratiche e policy in materia di uguaglianza di genere di quasi 200 aziende della filiera produttiva dei brand sponsor del progetto; la ricerca ha visto inoltre la partecipazione attiva di 880 lavoratori e lavoratrici di queste aziende intervistati attraverso questionari e focus group.

Sono 4 i punti principali emersi dall’indagine:

  1. Le aziende esaminate rappresentano una realtà ad alto tasso di occupazione femminile, quasi 2/3 dei lavoratori sono donne, ma la rappresentatività femminile ai livelli di maggiore responsabilità scende drasticamente, al 25% circa
  2. Il minore accesso delle donne a più alti livelli di responsabilità si lega a politiche di gestione e sviluppo poco focalizzate sui temi dell’inclusione, ma è anche per certi versi la contropartita che le donne implicitamente pagano a causa delle maggiori esigenze di flessibilità
  3. Da parte di tutto il campione, anche da quello maschile, la maternità è vista come un ostacolo alla crescita e alla legittima ambizione di affermazione professionale. E non solo questo: a peggiorare la prospettiva femminile c’è un altro dato di fatto inconfutabile: alle donne spetta il compito preponderante di occuparsi delle incombenze familiari e il ruolo quasi esclusivo di “caregiver” in caso di necessità
  4. Infine l’indagine ha evidenziato un aspetto importante sul tema delle violenze e delle molestie: fortunatamente non sono emersi casi di violenze, ma è anche vero che c’è scarsa consapevolezza da parte delle donne di quali atteggiamenti rappresentino una svalutazione, o peggio, una vera e propria molestia nei loro confronti e come tali non siano accettabili

Dal rapporto Istat 2018 emerge che quasi una donna su due nel corso della vita incorre in qualche forma di molestia sessuale. E fintanto che la sensibilità collettiva non cambia, non verranno contrastati i comportamenti che sostengono e alimentano la violenza di genere.

Lo scenario femminile nella supply chain non appare quindi particolarmente roseo, anche se è opportuno sottolineare alcuni elementi positivi:

  • La ricerca non avrebbe potuto produrre risultati utili se non avesse incontrato la disponibilità di imprenditori e donne lavoratrici, che nelle realtà presenti sul territorio contribuiscono a creare gli oggetti del desiderio di milioni di consumatori.
  • Oltre allo scandalo del lavoro nero e della manodopera sottopagata di cui anche recentemente si è parlato, emergono numerose realtà come quelle visitate, in cui è evidente l’orgoglio di una professionalità e di un’artigianalità che esprime appieno l’eccellenza del marchio del “made in Italy”.

L’impegno di Kering non si esaurisce con la fase di ricerca ma vedrà nei prossimi mesi un’attivazione concreta insieme alle aziende fornitrici: l’obiettivo, attraverso iniziative sviluppate in collaborazione con diversi partner e stakeholder, sarà quello di “fare concretamente la differenza per sostenere il ruolo delle donne nella filiera del lusso”.

Diamo appuntamento quindi ai prossimi passi, stay tuned!

Photo credit SGP

Autore

Francesca Stefanini

Consulente senior, collabora con Wise Growth forte del suo background di business: per 15 anni ha ricoperto infatti ruoli executive nella funzione HR di gruppi multinazionali, guidando fasi di trasformazione organizzativa e di processo, sia con responsabilità operative in Italia, che in incarichi Corporate all’estero. Precedente all’esperienza HR e altrettanto significativa è l’esperienza che l’ha portata a ricoprire il ruolo di Direttore Marketing e Direttore Trade & Marketing Services in aziende leader nel FMCG. Counselor diplomata, con indirizzo in Analisi Transazionale, è convinta che il counseling rappresenti uno strumento efficace nella valorizzazione di capacità e risorse individuali, e per questo una proficua leva di empowerment femminile tanto nella relazioni personali che professionali.

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