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Genitori anziani, che fare?

genitori anziani

Genitori anziani, che fare? è il titolo di un intenso libro di Antonella Brugola e Claudia Campisi che affronta, in modo esauriente, la tematica dell’invecchiamento, delle sue attuali caratteristiche e delle problematiche che comporta. Come spesso accade, lo spunto nasce da un’esperienza personale che si riflette poi nel desiderio di affrontare il tema sistematicamente, mettendo in luce un fenomeno che sta continuamente cambiando dimensioni e caratteristiche.

Si vive sempre più a lungo
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Il benessere diffuso, le scoperte scientifiche e tutto quanto consegue in termini di diagnosi e terapie hanno concesso un allungamento della vita impensabile fino a qualche anno fa. Il nostro paese è tra i migliori del mondo, con una vita media di 85,2 anni per le donne e 80,8 per gli uomini.

Una buona notizia quindi, se gli anni fossero da soli un indicatore, ma il tema vero è quanto benessere si mantiene nella terza fase della vita, quanti acciacchi sono presenti o addirittura quali patologie che compromettono la quotidianità come ad esempio la demenza.

I dati complessivi che descrivono il trend sono poi composti dalle singole storie di vita, sempre diverse, eppure con temi ricorrenti.

La donna sandwich

In particolare, le autrici sottolineano l’esistenza della “donna sandwich” così chiamata perché impegnata su due fronti. Da un lato la famiglia di origine, in cui è figlia di genitori anziani. Dall’altro la famiglia che si è costruita, in cui è mamma di figli piccoli e adolescenti.  

Perché si parla solo di donne? Forse si dovrebbe parlare di “generazione” sandwich. Ma qui torniamo all’antica divisione dei ruoli che si sta modificando nel nostro Paese con estrema lentezza. I nuovi padri finalmente hanno fatto capolino nel lavoro di cura, ma non sempre dimostrano la stessa dedizione con gli anziani.

Un’inversione di ruoli

Dal punto di vista soggettivo vi è un doloroso momento di passaggio, quando si verifica un’inversione dei ruoli. Le persone a cui ci siamo appoggiati per la vita intera, i nostri genitori, cambiano sotto i nostri occhi: diventano incapaci di gestirsi, perdono quella lucidità che li aveva sempre caratterizzati. Si diventa “genitori dei propri genitori” con un percorso che non è mai né facile né lineare. In primo luogo, perché la svolta non è un momento preciso nel tempo, ma un lento decadimento di cui si fa fatica ad accettare la portata.

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Una cara amica, raccontandomi la sua esperienza, diceva: “Io rivorrei mia madre…”. La persona che era sempre stata di supporto e di aiuto, ora richiedeva uno sguardo diverso, e i ruoli di entrambe, inevitabilmente, si ribaltano.

Il libro aiuta a dare forma all’esperienza personale, descrivendo ciò che potrebbe accadere, aiutando ad affrontare ciò che spesso non si è preventivato. Come diceva una testimone: Il figlio si aspetta nove mesi, c’è il tempo di prepararsi, di pensare ai propri compiti di caregiver. L’ictus arriva in una notte e sconvolge l’esistenza di tutti. E poi vi è una differenza sostanziale nel prendersi cura di una vita che inizia e si sviluppa e di assistere a chi, progressivamente, perde la propria autonomia, se non addirittura la propria identità.

Il ruolo delle aziende

Le aziende, per fortuna, stanno comprendendo questa esigenza dei propri collaboratori fornendo in primo luogo informazioni che aiutino nelle scelte. I dilemmi di ogni famiglia: curare a casa? Affidarsi a un supporto professionale a domicilio? Trovare una struttura residenziale? Domande che aprono ognuna dei mondi paralleli, con molteplici direzioni da intraprendere.

 In secondo luogo, alcune realtà aziendali hanno deciso, attraverso voucher e strumenti di welfare, di contribuire economicamente agli elevatissimi costi di gestione delle persone fragili. Un buon punto di partenza che però a volte riesce solo ad arginare il problema.

Nonostante queste misure spesso il supporto non è sufficiente. Esistono un esercito di professionisti, di coloro che lavorano in piccole realtà che devono “cavarsela da soli”, affrontando un percorso ad ostacoli che ha tantissimi aspetti di difficoltà. Il libro, quindi, diventa un manuale con consigli pratici e suggerimenti per trovare informazioni utili e i supporti, sia di natura assistenziale che psicologica.

Il vero punto sta, ancora una volta, nel cambiamento culturale: è necessario promuovere, nella società come nelle aziende, strategie di conciliazione vita-lavoro più flessibili e il superamento degli stereotipi di genere. Solo così sarà possibile affrontare nel modo migliore un periodo di vita complesso, che sta assumendo sempre di più i contorni di una sfida che a volte esaurisce le risorse.


Autore

Cristina Bombelli

Fondatrice di Wise Growth, si è occupata di Diversity & Inclusion dagli anni ‘80.

È stata professoressa presso l’Università di Milano-Bicocca e per anni docente della Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi dove ha fondato il primo centro studi di ricerca sul tema. È stata visiting scholar presso l’Università di La Verne in California.
È pubblicista e autrice di numerosi articoli sui temi del comportamento organizzativo e della gestione delle diversità. È stata presidente della fondazione “La Pelucca” onlus, dedicata ad anziani e disabili. È certificata IAP di THT (Trompenaars Hampden – Turner) per la consapevolezza interculturale, executive coach con Newfield e assessor con Hogan.

Ha pubblicato numerosi libri tra i quali i più recenti: Alice in business land. Diventare leader rimanendo donne, 2009; Management plurale. Diversità individuali e strategie organizzative, 2010; Un manager nell’impero di mezzo, 2013; Generazioni in azienda, 2013; Amministrare con sapienza, la regola di San Benedetto e il management, 2017; La cultura del Rispetto. Oltre l’inclusione, 2021.

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