Donne Lavoro e Management

Donne medico: in crescita, ma i primari sono ancora in prevalenza uomini

Donne medico
Scritto da Elisabetta Fulli
La Sanità è sempre più donna: tra i medici under 50 le donne sono il 60%. La percentuale di donne medico cresce al diminuire dell’età: nei prossimi anni assisteremo ad un fenomeno crescente di femminilizzazione della Sanità, con una decisa inversione di tendenza della composizione di genere del comparto.

La tabella riportata sotto (Fonte FNOMCeO, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri) evidenzia con chiarezza il fenomeno in atto: le donne medico over 55 anni sono 31% del totale, quelle tra 50 e 54 anni sono il 50%, che diventano il 60% nella fascia d’età sotto i 50.

ISCRITTI ALL’ORDINE DEI MEDICI 2018 – FONTE FNOMCeO

L’ingresso massiccio della componente femminile nella medicina chiede alle organizzazioni della Sanità un deciso cambiamento di passo e pone due tematiche principali: la conciliazione lavoro – famiglia e l’accesso delle donne alle posizioni apicali.

Dalla Survey realizzata dall’Associazione di medici e dirigenti sanitari Anaao Assomed (vd link riportato in nota) emerge con chiarezza che:

  • Per quanto riguarda la discriminazione nell’accesso a ruoli apicali: l’80% delle donne medico afferma di essere stata svantaggiata nei percorsi di carriera rispetto ai colleghi maschi.
  • Per il 55.6% delle donne l’aver avuto figli ha influenzato il percorso di carriera professionale. Molto più bassa è la percentuale tra i soggetti di sesso maschile, 16.4%.
D’altronde le donne medico che raggiungono posizioni di comando sono poche.

Il trend di un aumento delle donne medico non vale per le posizioni apicali. Secondo CGIL Medici le donne direttore di struttura complessa (ex primari) sono solo il 15%. Inoltre in Sanità il 30% delle donne con ruolo di rilievo è single (contro il 10% degli uomini), una donna medico su 3 non ha figli (mentre per gli uomini la percentuale è di uno su 5).

Le donne medico si trovano ad affrontare ostacoli e discriminazioni in Sanità.

Per loro è più difficile raggiungere posizioni apicali, diventare ed essere madri, è più complicato conciliare lavoro e famiglia, frequentare un corso di aggiornamento professionale.

È necessario stimolare e accellerare il cambiamento e definire strategie, progetti e iniziative che facilitino la trasformazione e il cambiamento della Sanità a misura di donna. Una maggiore valorizzazione del potenziale femminile è un obiettivo strategico prioritario per le organizzazioni sanitarie, per potersi avvalere appieno del contributo dei talenti femminili.

Gli stereotipi di genere influenzano ancora in maniera molto significativa la cultura organizzativa e i comportamenti degli individui: i meccanismi decisionali, i percorsi di carriera, le possibilità che le donne si danno e le opportunità che per loro sono disponibili.


Sullo stesso tema leggi anche l’articolo di Adele MapelliDonne medico: ancora tanta strada da fare per la parità

Autore

Elisabetta Fulli

È consulente HR, trainer e coach. Da più di 25 anni si occupa di formazione, valutazione e sviluppo. È laureata in antropologia culturale, con un master in counseling e sviluppo organizzativo, orientamento psico-sociale. Ha coniugato il lavoro nelle organizzazioni, a supporto degli individui e dei team, con la passione per la psicoanalisi e la sociologia. Dopo un’esperienza come Responsabile dei Servizi di Marketing in una multinazionale informatica, ha lavorato per 15 anni come Senior Consultant nell’ambito HR di una grande Società di Consulenza. Dal 2007 è consulente free-lance. Ha maturato una solida esperienza nella progettazione ed erogazione di attività formative e coaching e nella realizzazione di interventi di Assessment/ Development Center. Come trainer si è occupata di people management e leadership, soft skills, empowerment e leadership femminile, diversity. Come coach ha condotto percorsi individuali e di team coaching. Come assessor si è occupata di valutazione di posizioni manageriali e di recruiting di professional e manager. Nata a Roma, dal 1987 vive e lavora a Milano, ha 3 figli. Ha una passione per le narrazioni di storie personali: la letteratura, soprattutto femminile, la psicoanalisi, il cinema e l’arte moderna e contemporanea.

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