Vuoi certificare la tua azienda per la Parità di Genere ma non sai da dove cominciare? Ne senti parlare ovunque ma non sai di preciso di che si tratta? Al lavoro ti stanno tormentando perché tante aziende su Linkedin si stanno facendo pubblicità su questo tema e voi non avete ancora cominciato? Nessun problema! Con questo articolo vogliamo darti alcune dritte e consigli per svolgere al meglio questo percorso sicuramente difficile, ma non impossibile!
Si è sentito parlare molto della Certificazione della Parità di Genere ai sensi della UNI PdR 125:2022. Ma cos’è davvero e come funziona la certificazione per un’azienda? Quali sono gli step da compiere per raggiungere questo obiettivo? Queste sono solo alcune delle innumerevoli domande che si trovano online e sui social in merito a questo tema. In questo articolo non potremo certo rispondere a tutte, ma vogliamo riassumere quelli che per noi sono gli aspetti fondamentali per intraprendere questa strada.
Innanzitutto, perché parliamo di Certificazione della Parità di Genere?
Perché come Wise Growth dal 2008 ci occupiamo di promuovere la parità di genere e contesti lavorativi più inclusivi, con un approccio in grado di favorire lo sviluppo sostenibile sia delle persone che delle aziende. E oggi mettiamo la nostra expertise consolidata a disposizione di quelle realtà che vogliono intraprendere il percorso di certificazione.
Una cosa che abbiamo imparato in quest’esperienza è sicuramente che non sempre le aziende sono al corrente di come funziona davvero il percorso di certificazione. Quindi, ecco qualche indicazione a parer nostro importante per fare chiarezza.
Partiamo dall’inizio, anzi, da prima ancora. Cosa è bene sapere prima di iniziare l’iter verso la Certificazione della Parità di Genere e quali sono le sfide che deve affrontare un’azienda che prende questa decisione?
- Il primo punto fondamentale è che la Certificazione della Parità di Genere coinvolge tutte le funzioni dell’azienda e non è un lavoro esclusivo dell’area D.E.I. (Diversity, Equity & Inclusion) o HR. Infatti si tratta di un’attività che richiede un ampio coinvolgimento sia verticale che orizzontale. Ecco perché il percorso di preparazione deve portare a bordo, fin dall’inizio, molte persone, tra cui, presto o tardi, i vertici (coinvolgimento verticale), ma anche numerose funzioni: ufficio paghe, sicurezza, sostenibilità, formazione, comunicazione interna ed esterna, IT ecc. (coinvolgimento orizzontale). Sarà fondamentale non solo coinvolgere, ma anche motivare le tante persone, tra colleghe e colleghi, che prenderanno parte al percorso.
- Non basta però coinvolgere formalmente tutte le funzioni: queste dovranno essere operative, cioè impegnarsi a lavorare ulteriormente in vista della Certificazione. Ma niente paura, l ’esperienza maturata nelle aziende che abbiamo accompagnato ci ha mostrato molta più collaborazione da parte delle funzioni coinvolte di quanta ce ne si aspettasse!
- Terzo aspetto importante: è cruciale procedere per step, seguendo ordinatamente le fasi. Sembra scontato, ma quando si lavora in azienda e i tempi sono ridotti, la tentazione è quella di accorpare tutte le azioni per velocizzare i processi. Tuttavia, questo si rivela un comportamento rischioso e potenzialmente controproducente perché aumenta la possibilità che si sovrappongano fasi, si perdano pezzi e si inceppi il percorso. È bene quindi seguire tutti gli step, uno alla volta, per essere certi di non ignorare nessun passaggio.
Ma quali sono questi step?
- Il primo step, imprescindibile, è quello di misurarsi sui KPI ai sensi della UNI PdR 125:2022. Questo ci è utile per delineare una panoramica della situazione aziendale e avere un’idea più chiara delle azioni da intraprendere per ottenere la Certificazione della parità di genere. Questo step è importante perché produce idee e fornisce informazioni, permettendo soprattutto di evidenziare eventuali gap che possono essere presi in considerazione in un secondo momento. I KPI richiesti variano in funzione della dimensione dell’azienda.
- Il secondo step si applica ai gruppi, costituiti da più aziende, per i quali esiste la certificazione multisite. Un aspetto interessante, infatti, è che la Certificazione offre la possibilità di tracciare un perimetro e includere parti del Gruppo o l’intero Gruppo. Consigliamo di ipotizzare all’inizio il potenziale perimetro, ma la vera decisione la si potrà prendere solo dopo aver superato il primo step di misurazione rispetto ai KPI. N.B.: È utile sapere che non si tratta di una decisione permanente: il perimetro si può ampliare successivamente.
- Il terzo passo si percorre su due strade parallele:
– La prima è la via tecnica, ossia quella che prevede la Costruzione del Sistema di Gestione. Un lavoro a sé, che richiede di essere svolto con le persone adatte proprio perché molto specifico, ma al tempo stesso fondamentale per dare corpo alla volontà dell’azienda di raggiungere gli obiettivi.
– La seconda è la via strategica, che prevede la nascita del Comitato Guida per la parità di genere. Rispetto a questa scelta è doveroso far presente che formare un Comitato Guida è una sfida dal punto di vista funzionale, ma anche rappresentativo. Sarà proprio il Comitato, infatti, ad avere il ruolo principale nella formulazione delle strategie, nel porre degli obiettivi, nel mettere in campo delle azioni, monitorare, misurare e aggiornare la strategia. Un’altra sfida è quella di collocare correttamente il Comitato in azienda, in particolare in rapporto con gli altri Comitati e organismi simili. - Alla base di tutti questi aspetti vi deve essere la consapevolezza che la strada verso Certificazione è un processo che l’azienda compie per sé e che poi la vincolerà negli anni successivi. Quindi, nonostante la Certificazione abbia una durata di tre anni, il lavoro che si svolge in vista di questa, compreso di creazione del Sistema di Gestione e del Comitato Guida, serve per mantenerla nel tempo.
L’importanza di affidarsi a una consulenza esterna
È importante sapere che queste attività preliminari alla Certificazione della Parità di Genere non coinvolgono l’ente certificatore ma sono fondamentali in vista dell’audit. È indispensabile arrivare alla fase di audit con la preparazione migliore e più completa possibile. Se stai pensando che non potete farcela da soli e che avete bisogno di un supporto esterno, non avete tutti i torti! Ma perché è importante affidarsi a una consulenza esterna e qual è il suo ruolo?
Ecco, di seguito, alcuni consigli per cui riteniamo utile che un’azienda si avvalga del supporto di una consulenza esterna:
- Come abbiamo visto, la Certificazione della Parità di Genere UNI PdR 125:2022 è un percorso ed essere seguiti da una figura esterna permette di avere un’organizzazione e un accompagnamento attento attraverso tutti gli step. Consente inoltre di avere a disposizione evidenze raccolte che permettono di interfacciarsi con i livelli superiori non solo nelle varie fasi della certificazione, ma anche in quelle della preparazione.
- La figura che svolge la consulenza ha una funzione di orientamento del gruppo di lavoro, ma anche di aggiornamento continuo rispetto alle variabili in corso di progetto. Nelle nostre consulenze infatti abbiamo osservato forti margini di arbitrarietà, di interpretazione e di aggiornamento della PdR. Di qui l’importanza che la figura abbia una frequentazione con Accredia e con gli enti certificatori per avere un costante aggiornamento sulle richieste e sui criteri di valutazione effettivi.
- La figura può essere un valido affiancamento anche nelle scelte tecniche e/o strategiche.
La costruzione del Sistema di Gestione è un lavoro estremamente tecnico e molte aziende hanno al proprio interno persone, competenze e uffici che già mantengono Sistemi di Gestione. Nella nostra esperienza però queste risorse vanno informate, formate sulle specificità della PdR 125:2022 e accompagnate nella costruzione di questo nuovo sistema di gestione per mantenerlo il più possibile integrato con quelli già in essere. Per alcune aziende invece si tratterà di costruire un sistema da zero: anche in questo caso si dovranno impiegare delle risorse interne, ma una consulenza esterna garantirà la sicurezza di compiere i giusti passi. Rispetto al Comitato Guida la consulenza può fornire formazione e consigli. Non è detto infatti che ogni componente abbia le nozioni e la formazione per svolgere bene questo ruolo. Avere il supporto di una consulenza esterna significa orientare le persone che fanno parte del Comitato, formarle su che cos’è veramente la PdR 125:2022 e, nello specifico, accompagnarlo nella definizione di azioni strategiche, con modelli, format e metodologie. - È di fondamentale importanza arrivare all’incontro con l’ente certificatore con la giusta preparazione in quanto, se il lavoro sarà stato svolto nel modo migliore, si potrà ottenere il via libera alla Certificazione. Anche nel momento dell’audit potrebbe essere utile l’affiancamento da parte di una figura competente ed esperta nella materia, che conosca bene la tua azienda, la segua con una consulenza personalizzata e che la accompagni anche nel momento dell’audit.
- È bene infine che la figura che svolge la consulenza esterna e che accompagna alla certificazione sia allineata all’approccio dell’empowerment aziendale e abbia la volontà, nella fase di preparazione, di gettare le basi per rendere l’azienda autonoma e in grado di proseguire da sola su questa strada negli anni successivi.
Questi sono solo alcuni spunti che ci sentiamo di offrirti e che potranno esserti utili nel momento in cui deciderai, con la tua Azienda, di affrontare questo percorso.
Speriamo di averti fornito un’idea più chiara rispetto al mondo della Certificazione della Parità di Genere UNI PdR 125:2022, nelle sue fasi di lavoro e negli eventuali ostacoli che tu e la tua azienda potrete incontrare.
Se hai bisogno di supporto o approfondimenti puoi scrivere un’email all’indirizzo info@wise-growth.it e chiedere un incontro orientativo a Wise Growth.